
Should we worry about how we measure worry? Insights from an updated version of the Italian Penn State Worry Questionnaire
La preoccupazione, quando assume caratteristiche patologiche (worry), si configura come uno dei principali fattori coinvolti nello sviluppo e nel mantenimento delle psicopatologie a base ansiosa. Per tale ragione, il worry rappresenta un importante target di interventi psicologici cognitivo-comportamentali, sia in ambito preventivo sia in presenza di psicopatologia conclamata.
In questo scenario, la disponibilità di strumenti psicometrici aggiornati e culturalmente validati per la misurazione del worry risulta fondamentale.
Lo studio ha condotto una rigorosa revisione della versione italiana del Penn State Worry Questionnaire (PSWQ), uno degli strumenti più utilizzati per la valutazione del worry in ambito sia clinico sia di ricerca. I dati normativi italiani più recenti disponibili, infatti, risalivano al 1999.
Adottando un approccio integrato che combina la Classical Test Theory (CTT) con la Item Response Theory (IRT), lo studio ha non solo confermato la validità della versione abbreviata a 11 item (PSWQ-11), ma anche approfondito la comprensione del funzionamento degli item e della distribuzione del costrutto nella popolazione generale italiana.
Il confronto tra due campioni non clinici reclutati a circa dieci anni di distanza ha evidenziato alcune variazioni nella manifestazione e nella percezione del worry nel tempo. Per esempio, aspetti della preoccupazione che dieci anni fa venivano considerati più tipici dei contesti clinici – come la sua intensità e il suo essere costante – sembrano ora percepiti come più comuni o addirittura come parte della normalità quotidiana. Questi risultati sono in linea con ricerche precedenti che hanno osservato un aumento dei livelli di preoccupazione negli ultimi vent’anni, un trend che è stato messo in relazione con crisi globali, il rapido sviluppo tecnologico e con l’iperconnessione, che espone a un flusso continuo di informazioni in tempo reale (Carleton et al., 2019; Davey et al., 2022).
I risultati sottolineano l’importanza di aggiornare periodicamente le norme dei test psicologici, in particolare per quei costrutti – come il worry – sensibili ai cambiamenti socio-culturali e storici e frequentemente utilizzati per monitorare l’efficacia degli interventi psicologici. Inoltre, la pubblicazione dei dati normativi in formato accessibile si inserisce nel dibattito in corso sulla trasparenza delle norme psicometriche, aspetti sempre più centrali per garantire qualità, replicabilità e utilità degli strumenti psicologici nella pratica e nella ricerca.
Link all'articolo: https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1697260025000377
Bottesi, G., & Spoto, A. (2025). Should we worry about how we measure worry? Insights from an updated version of the Italian Penn State Worry Questionnaire. International Journal of Clinical and Health Psychology, 25(2), 100579. https://doi.org/10.1016/j.ijchp.2025.100579