Vittorio Benussi: il fondatore inquieto

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Presentazione dell'esibizione "Il Fondatore Inquieto", dedicata alla figura di Vittorio Benussi, pioniere della psicologia scientifica, detentore della prima cattedra in questa disciplina presso l'Università di Padova.

Chi era Vittorio Benussi? Approfondimento sulla formazione dello studioso all'Università di Graz nel complesso clima politico dello scioglimento dell'Impero austroungarico.

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L'arrivo di Vittorio Benussi all'Università di Padova, le difficoltà e la sfida di costruire dal nulla il primo corso di psicologia offerto dall'Ateneo dotandosi dei necessari strumenti scientifici.

Il temperamento artistico di Benussi si rivela attraverso le carte d'archivio corredate di disegni anatomici, schizzi, dipinti.

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La passione di Benussi per l'astronomia, raccontata attraverso i suoi disegni e la corrispondenza con il Direttore dell'Osservatorio Astronomico di Bologna.

Alcune osservazioni di Benussi sul comportamento e sull'apprendimento animale (il soggetto in questione è un gatto che si aggirava nelle prime aule del corso di psicologia sperimentale).

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I rapporti umani di Benussi con i propri studenti e colleghi, così uniti da formare la cosidetta Famiglia B.

La particolarità di alcuni studi di Benussi, a tutti gli effetti parapsicologici, ed il tentativo di conciliarli con l'impostazione rigorosamente scientifica del suo operato.

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L'utilizzo delle tecniche ipnotiche, praticate da Benussi su soggetti sperimentali, come strumento di indagine delle emozioni.

Benussi può essere ritenuto un pioniere della macchina della verità.Infatti, grazie all'analisi di alcuni indici fisologici ottenuti mediante uno pneumografo, elaborò un'originale formula per distinguere verità da bugia.

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Buon conoscitore di Sigmund Freud, Benussi ne espose, fra i primi in Italia, le teorie psicoanalitiche in un'aula universitaria. Considerava la psicoanalisi come "mezzo di indagine psichica reale", un vero e proprio strumento della psicologia sperimentale.

Benussi utilizzò le proprie conoscenze psicoanalitiche per sottoporre ad una psicoterapia uno dei propri allievi, Novello Papafava, aiutandolo a superare alcune difficoltà.

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Silvia De Marchi, brillante allieva di Benussi prematuramente scomparsa, si rivela una preziosa prosecutrice di alcune linee di ricerca care al maestro, fra cui la psicologia forense e la diffusione delle teorie psicoanalitiche.

La natura inquieta di Benussi e le sue periodiche crisi depressive lo condussero a progettare il proprio suicidio fin dai tempi in cui era studente universitario a Graz.

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Cos'è la ciclotimia? A questa psicopatologia Benussi attribuiva il proprio male di vivere descrivendone spesso i sintomi e le limitazioni nelle lettere ad amici e famigliari.

Il suicidio di Benussi viene taciuto dai suoi allievi, fra cui spicca la figura di Cesare Musatti, deciso ad attribuire il decesso del maestro ad un malore. Il clima politico dell'epoca e fattori individuali potrebbero spiegare questo lungo silenzio.

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Qual è il lascito di Vittorio Benussi? Il suo diretto successore, Cesare Musatti, e indirettamente anche Fabio Metelli, mostrano nelle loro linee di ricerca l'impronta e l'influenza dell'indimenticato maestro.

La notizia della morte di Benussi ebbe un certo eco nella comunità patavina ed in quella della psicologia accademica italiana. Le ultime parole sono quelle di Benussi stesso, affidate ad una lettera in cui chiarisce le ragioni del suo triste commiato.

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